Nasco nel 1930 a Brooklyn, un quartiere di New York, ma entrambi i miei genitori provengono dalla Polonia.
Mi chiamo Mildred, ma per tutti sono sempre stata Millie. Da piccola sono un prodigio in matematica e nelle materie scientifiche: dopo le scuole elementari vorrei frequentare una scuola per ragazzi portati per la scienza, ma l’iscrizione è aperta ai soli studenti maschi.
Scopro però che a Manhattan esiste una scuola per ragazze con doti speciali: l’Hunter College High School. La mia famiglia è povera, ma io vinco una borsa di studio e riesco ad accedere lo stesso. In breve tempo divento una delle migliori studentesse: “Millie pùò risolvere ogni equazione”, è scritto nell’annuario scolastico, “in matematica e scienza non è seconda a nessuno”.
Dopo il diploma proseguo i miei studi all’università. Vorrei diventare un’insegnante, ma Rosalyn Yalow – mia professoressa e futuro premio Nobel – mi fa capire che io sono nata per fare la scienziata.
Mi laureo in fisica al Radcliffe College – la sezione femminile dell’Università di Harvard, ai miei tempi aperta ai soli uomini – e nel 1958 mi specializzo all’Università di Chicago.
Nel 1960 inizio a lavorare per il MIT di Boston, uno dei più importanti centri di ricerca del mondo. Ci lavorano oltre mille persone, ma le donne sono solo due: io e una mia collega.
Resto al MIT per oltre cinquant’anni, nel corso dei quali conduco tantissimi studi sul carbonio, elemento chimico fondamentale, alla base della vita e presente in tanti oggetti molto diversi tra loro, dalle matite ai diamanti. Pubblico oltre 1700 articoli scientifici e le mie ricerche aprono la strada a tante applicazioni tecnologiche, per esempio gli smartphone. Vengo soprannominata “la regina del carbonio”.
Oltre alle mie ricerche sul carbonio, gestisco per anni un corso rivolto alle studentesse del MIT, nato per far aumentare la fiducia delle ragazze nelle proprie capacità. Nel 1990 divento la prima donna a ricevere la National Medal of Science, ottenuta per i miei meriti scientifici ma anche per il mio impegno nei confronti delle donne. Nel 2014, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama mi conferisce la medaglia presidenziale della Libertà, uno dei riconoscimenti più importanti degli Stati Uniti.
Ah, sono la protagonista di una pubblicità del 2017 dove si immagina un mondo in cui noi scienziate siamo famose quanto le star della musica, del cinema e della tv. Pensa, in questo spot ragazze e ragazzi vogliono farsi i selfie con me! Non sarebbe male se il mondo descritto nel video diventasse realtà, non trovi?