Nasco nel 1923 a Toronto, da genitori irlandesi, entrambi laureati in matematica.
Con due genitori così, non stupisce che mi sia interessata sin da piccola alla matematica. Mia mamma mi incoraggia sin dalla più tenera età a coltivare e a far crescere il mio talento. Mio papà, dal canto suo, scherza: “se diventerai una matematica finiremo per litigare come i fratelli Bernoulli” (due famosi matematici del 1600, a quanto pare molto litigiosi).
Dopo una prima laurea in matematica, conseguita col massimo dei voti nel 1945, penso di iscrivermi al Caltech di Pasadena, in California. A quei tempi però quell’università, come tante altre, non accetta studentesse.
Per un po’ penso di cambiare vita – voglio abbandonare gli studi e andare a insegnare matematica in India – ma poi Cecilia Krieger, amica di famiglia e professoressa di matematica all’università di Toronto, mi convince a non mollare. Decido quindi di fare domanda per una borsa di studio presso il Canadian University Women’s Club, organizzazione canadese che aiuta le ragazze come me a non rinunciare ai propri sogni.
A volte basta un consiglio giusto di un’amica per cambiare vita! Ottengo la borsa di studio e decido di restare all’università. Mi iscrivo al MIT di Boston, uno dei più importanti centri di ricerca del mondo, e nel 1946 mi specializzo in matematica.
Dopo la laurea al MIT, mi trovo nuovamente di fronte a una scelta complicata: proseguire gli studi o cercare lavoro? Alla fine decido di continuare a studiare e diventare una scienziata. È Cecilia Krieger, ancora una volta, a convincermi a prendere questa decisione.
Divento una ricercatrice del Courant Institute di New York, dove resto per oltre trent’anni, prima come professoressa e poi, dal 1984 al 1988, come direttrice; sono la prima donna in assoluto a ricoprire questo incarico.
Al Courant Institute studio il flusso d’aria che si crea attorno alle ali degli aeroplani e faccio molte scoperte interessanti. Quando un aereo si avvicina alla velocità del suono, per esempio, l’aria non scorre in maniera omogenea, ma a velocità diversa a seconda del punto dell’ala; questa differenza di velocità produce il cosiddetto flusso transonico, in parte più veloce del suono e in parte più lento.
Mi occupo di questo argomento per tanti anni ed elaboro un teorema matematico che oggi porta il mio nome, teorema di Morawetz, grazie al quale gli ingegneri che progettano gli aeroplani possono realizzare ali molto più sicure e resistenti.