Nasco a Torino, assieme alla mia gemella Paola, il 22 aprile 1909.
Cresco in un ambiente ricco di stimoli. Mia sorella maggiore Anna mi trasmette la passione per la letteratura, tanto che da bambina sogno di diventare una scrittrice. Ben presto, però, scopro di avere una passione per la scienza.
Pur rispettando le sue tre figlie, mio papà è una persona all’antica e crede che l’unico compito delle donne sia quello di dedicarsi alla famiglia. In un primo momento mi adeguo, ma a vent’anni capisco di non poter più rinunciare ai miei sogni. Ottengo il permesso di proseguire gli studi e in soli otto mesi riesco a colmare le mie lacune in latino, greco e matematica.
Nel 1930 accedo alla scuola di medicina dell’Università di Torino, dove nel 1936 mi laureo col massimo dei voti. Indecisa fra la carriera di medico e quella di ricercatrice, decido di specializzarmi in neurologia e psichiatria.
Nel frattempo il regime fascista conduce una politica discriminatoria nei confronti degli ebrei, che nel 1938 culmina nella promulgazione delle leggi razziali. Io appartengo a una famiglia di religione ebraica e sono costretta a trasferirmi a Bruxelles, in Belgio.
Nel 1940, nel pieno della seconda guerra mondiale, rientro a Torino. Per evitare di dare nell’occhio allestisco dentro casa un piccolo laboratorio in cui conduco le mie ricerche. Nell’autunno del 1943, dopo l’occupazione nazista di Torino, fuggo con la famiglia a Firenze e per un periodo vivo in clandestinità.
Finita la guerra rientro nella mia città natale e riprendo il lavoro all’università, finché nel 1947 il medico Viktor Hamburger mi invita a trascorrere un periodo alla Washington University di St. Louis, negli Stati Uniti, per condurre ricerche sullo sviluppo del sistema nervoso nei polli.
Divento professoressa alla Washington University e per anni faccio avanti e indietro fra gli Stati Uniti e l’Italia, dove conduco le mie ricerche e ricopro vari incarichi per il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Mi occupo soprattutto di individuare i meccanismi che portano alla differenziazione dei neuroni, le cellule del nostro cervello. Nel 1952 effettuo una serie di esperimenti che mi consentono di scoprire il modo in cui crescono le cellule nervose; l’anno successivo, assieme al giovane scienziato Stanley Cohen, identifico per la prima volta una delle molecole responsabili dello sviluppo e del differenziamento del sistema nervoso. Grazie a questa scoperta, nel 1986 ottengo – assieme a Cohen – il premio Nobel per la medicina.
Nel corso della mia lunghissima vita, durata ben 103 anni, ottengo tanti riconoscimenti importanti, fra cui la National Medal of Science, conferitami nel 1987, e la nomina a senatrice a vita della Repubblica Italiana per i miei meriti in campo scientifico e sociale, nel 2001.