INTERVISTA A… Matteo Nurisso!
Vi siete mai fermati a guardare il cielo di notte?
E magari di fare a gara a chi conta più stelle?
Che poi, siete sicuri che quelle siano tutte ma proprio tutte stelle?
In effetti quei puntini luminosi non sono tutti stelle, possono essere pianeti, satelliti, asteroidi, galassie, … E non è finita qui: avete presente quello che a noi sembra spazio vuoto tra una stella e l’altra? Ecco, in realtà non è vuoto ma pieno di altre stelle, gas, polvere, materia e vari oggetti celesti che sono troppo piccoli o troppo lontani per essere visti a occhio nudo.
Gli scienziati che studiano gli oggetti presenti nell’Universo per cercare di capire come si formano e come funzionano si chiamano astrofisici. Matteo Nurisso è un astrofisico della SISSA che studia degli oggetti spaziali molto particolari, i buchi neri.
Un buco nero non è un vero proprio buco!
Non c’è un fondo, nei buchi neri. Perché in effetti non sono dei veri e proprio buchi.
Matteo ci spiega che “sono delle zone dello spazio che riescono ad attirare tutto ciò che c’è attorno a loro e a mangiarlo. Da qui l’idea di chiamarlo buco. E sono oggetti così potenti da catturare addirittura la luce che, se si avvicina troppo, viene imprigionata e non riesce più a scappare”. Infatti si chiamano neri proprio perché appaiono come enormi spazi bui.
Grandi o piccoli, ce n’è per tutti i gusti
Nell’Universo esistono buchi neri di varie dimensioni. Tra quelli particolarmente grossi ce ne sono alcuni che attirano e accumulano talmente tanta materia che a volte la sputano fuori sotto forma di getti potentissimi.
Questi getti sono così luminosi che all’inizio gli scienziati li avevano scambiati per stelle. “Immaginate di avere una torcia”, racconta Matteo, “e di puntare la lampadina verso di voi: se la luce è abbastanza forte, riesce a oscurare tutto quello che avete attorno e potreste addirittura non vedere più la torcia che l’ha prodotta ma solo un cerchio luminoso.
È successa la stessa cosa con i getti dei buchi neri, erano talmente luminosi da mascherare la loro provenienza ed essere confusi con le stelle. Per fortuna negli anni la tecnologia è migliorata e grazie a nuovi e sofisticati telescopi siamo riusciti a distinguere veri e propri fasci di luce. È stata anche una questione di fortuna, nel senso che alcuni di questi fasci di luce non erano proprio diretti verso di noi, ma erano un po’ inclinati e siamo riusciti a distinguerli”.
Getti affascinanti ma misteriosi
Gli astrofisici non sanno ancora come e perché si formano queste esplosioni. “Stiamo facendo delle ipotesi”, ci svela Matteo. “La cosa che ci interessa di più capire è come la materia che sta dentro al buco nero riesca ad accumulare così tanta energia da riuscire a spararla fuori e produrre questi getti.
In astrofisica non si smette mai di imparare: più studiamo l’Universo, più scopriamo cose nuove e più ci accorgiamo di quante ancora ce ne restano da capire”.
Nome: Matteo Nurisso
Anni: 28
Sono nato a: Susa (TO)
Adesso vivo a: Trieste
Lavoro: alla SISSA dove sto facendo un dottorato in astrofisica e cosmologia.
Mi piace: suonare il flauto traverso e un po’ la chitarra, faccio parte di un’associazione ambientalista.
Il mio sogno nel cassetto è: ricominciare a suonare in pubblico e realizzare un festival a tema ambiente.
Mi piace essere uno scienziato perché: si lavora assieme ad altre persone e quando si arriva a un risultato è merito di tutto il gruppo.